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L'"Arte della fuga" di Bach non è solo uno dei più grandi capolavori musicali, ma è anche, allo stesso tempo, la più problematica fra le opere di Bach quanto a interpretazione e prassi esecutiva. Nel suo 'stato di segretezza', l'"Arte delle fuga" ricorda la "Gioconda" di Leonardo, e non ha mai trovato paragoni nella storia della musica. Sulla base delle sue scoperte, l'autore ha potuto dimostrare lo stretto collegamento esistente tra l'opera di Bach e il pensiero pitagorico. La seconda parte del libro è dedicata alla verifica epistemologica delle tesi attualmente più diffuse sull'"Arte della fuga" (la tesi della tastiera, del 'Kunstbuch' e della musica da leggere) condotta secondo il metodo di Karl Popper e di Thomas S. Kuhn. La terza parte si occupa in particolare dell'esecuzione, o meglio dell'organico, dell'"Arte della fuga". Quest'ultimo al di là della prassi esecutiva bachiana, appare condizionato dai parametri pitagorici, e si concreta in quello stile musicale che fu descritto da Athanasius Kircher e da Lorenz Christoph Mizler come 'Stylus symphoniacus'. Ciò che emerge da questo quadro è un organico dell'"Arte della fuga" finora misconosciuto, che affranca l'opera una volta per tutte dalla discutibile pratica della trascrizione. L'entusiastica accoglienza delle esecuzioni in concerto è la riprova della svolta decisiva segnata da Dentler nel campo della ricerca sull'"Arte della fuga".
ANSC027
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9788881187263